23:1 ˜
[CEI 1971] Salmo. Di Davide. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
[CEI 2008] Salmo. Di Davide. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
LC Il Signore è il mio pastore e nulla mi manca.
“
â€×žÖ´×–ְמ֥וֹר לְדָוִ֑ד יְהוָ֥ה רֹÖ×¢Ö´Ö—×™ ×œÖ¹Ö£× ×ֶחְסָֽר׃
mizmÅr lÉ™á¸ÄwiḠyhwh rÅ‘î lÅ’ ’eḥsÄr:
”
Sufueddu_Camp
Centro-Sud
1 Salmu. De David
Su Segnori mi bogat a pasci,
no, non seu mai in abbisòngiu;
Commento
A) La Vulgata e la LXX traducono in forma verbale: Dominus regit me, seguite da poche altre versioni. Dal punto di vista etimologico, in ebraico il termine "pastore" è la forma participiale della radice che significa "pascere". Dal punto di vista semantico, bisogna dire che non c'è differenza tra uso del sostantivo e l'uso della forma verbale: si tratta sempre di una "azione/evento". Tuttavia, la forma verbale avrebbe alcuni vantaggi rispetto alla forma sostantivata. Se ne propone una modalità, in attesa di altre proposte.
Si potrebbe pensare a tradurre con forma verbale in sardo centro-meridionale, e in forma sostantivale in sardo centro-settentrionale ?
B) Circa la proposta di raddoppio iniziale di
“pastori”: oltre che per ragioni metriche, è proposto a rievocare il
modo sardo di rafforzare un concetto attraverso la ripetizione. Il
termine “pastore”, prima senza il possessivo e poi con il possessivo
“mio” intende anche riprodurre fin dall’inizio il senso del passaggio
dalla terza persona (Il Signore è), alla seconda persona (tu sei sempre
con me): il “pastore” in sé (livello “materiale” della metafora: la
pecora, il gregge) e nei rapporti “personali” (livello “spirituale”
della metafora: il popolo, il credente). Alcune versioni traducono tutto alla seconda persona, ma ciò potrebbe essere meno opportuno.
Vedi nella sezione "Glossario", la voce "Pastore" (in preparazione).
Sufueddu_Log
Centro-Nord
Su Segnore mi jughet a pascher,
no so mai in bisonzu.
Opp.
Su Segnore mi paschet e no isto in bisonzu,
Opp.
Su Segnore mi paschet: de nuddha so in bisonzu.